
Alzi la mano chi, delle lettrici di questo articolo, non ha mai giocato con una bambola Barbie da piccola. Penso che tutte, da bambine, abbiamo passato molte ore in compagnia di Barbie e questa è la storia della nostra amica …
Nel 1936 Ruth Mosko, appena finito il liceo, si trasferì a Los Angeles. Qui, nel 1945, nel garage in cui il suo fidanzato Elliot Handler ed il suo amico Harold Mattson lavoravano insieme e producevano manufatti in legno, venne fondata la Mattel, una società destinata a diventare un colosso del mondo dei giocattoli. “Mattel” deriva appunto dalla fusione dei nomi “Mattson” ed “Elliot”.

Con il passare del tempo il mondo di Barbie è cambiato molto: il trucco, i suoi vestiti, le sue case, le sue auto… tutto si è adattato alle mode dei periodi, così che Barbie rimane ancora oggi uno dei più popolari giocattoli femminili. Nel 1976, in occasione del bicentenario dell’indipendenza degli USA, Barbie fu addirittura messa, insieme ad altri oggetti simbolo di quegli anni, in una capsula del tempo destinata ad essere aperta nel 2076 , affinchè i nostri discendenti possano ricordarsi come vivevano i loro predecessori.
Tuttavia, Barbie ha anche “vissuto” momenti difficili: più volte è stata accusata di diffondere fra i bambini messaggi sbagliati e di essere un giocattolo basato sulla materialità, sul consumismo e sull’apparire a tutti i costi. A questo punto mi viene quasi istintivo pensare: se si considerano giuste queste accuse, essendo il mondo di Barbie nato ad imitazione del nostro, in che tipo di società viviamo noi.